Un allevatore mi ha sollecitato per un vitello di 3 settimane affetto da artrite del carpo destro. Uno dei miei soci aveva già visitato questo stesso vitello una settimana prima per lo stesso problema, e aveva proposto un trattamento anti-infiammatorio (Acido tolfenamico in un’unica iniezione) e antibiotico (associazione di Licomicina-Spectinomicina, una volta al giorno per 10 giorni).
Secondo l’allevatore, non c’è stato nessun miglioramento dall’inizio del trattamento. Il vitello è coricato, e bisogna stimolarlo più volte per riuscire a farlo alzare. All’esame clinico presenta ipertermia (39.8°C), abbattimento, gonfiore e rigidità del carpo destro, dolore al livello di questa articolazione (posizione antalgica con il membro tenuto a riposo, e manifestazioni di dolore alla manipolazione). Nessun altro sintomo è visibile (in particolare : nessun segno esterno né anamnesi di onfalite).
La prognosi non è delle migliori, ma l’allevatore tiene a questa manzetta, e vuole tentare un altro trattamento. Propongo di continuare le stesso trattamento allopatico messo in atto finora (Acido tolfenamico one-shot e Licomicina-Spectinomicina per 10 giorni supplementari), e di effettuare una seduta di osteopatia.
L’esame osteopatico mostra una disfunzione del carpo destro in rotazione interna / estensione / adduzione, con una catena disfunzionale diagonale (diagonale destra: anteriore destro e posteriore sinistro in disfunzione, oltre alle vertebre L1, T4, C7 et C0-C1) e viscerale (fegato in rotazione esterna, reni caudali). Al livello della sfera cranica, la sinfisi sfeno-basilare (SSB) è in side bending rotation, con concavità a destra. Per il trattamento, ho effettuato delle manipolazioni strutturali e miotensive per le disfunzioni articolari, funzionali per le fascie del membro anteriore destro e fluidiche per il carpo e la SSB.
Il giorno successivo il miglioramento è flagrante : il vitello va spontaneamente a bere il suo biberon di latte, alzandosi senza nessuno sforzo, e mostrando un appetito che non aveva avuto da qualche tempo.
Alla visita di controllo, 15 giorni dopo (quindi 5 giorni dopo la fine del trattamento antibiotico), l’ipertermia è sparita, il vitello si alza senza sforzo e si muove molto meglio rispetto a prima (una zoppia di grado 2/5 persite comunque), e il carpo si è sgonfiato (anche se non è del tutto di taglia normale).
Come spiegare che per 10 giorni il trattamento non ha avuto alcun effetto, e che solo a partire dall’undicesimo giorno c’è stato un netto miglioramento ?
Le manipolazioni osteopatiche hanno restituito la mobilità normale alle articolazioni affette (soprattutto il carpo), il che ha migliorato il comfort dei suoi movimenti (l‘alzarsi e la locomozione). Lo srotolamento fasciale ha certamente migliorato la vascolarizzazione dell’arto (soprattutto del carpo), il che ha favorito la diffusione dell’antibiotico nel focolaio infettivo. La seduta a anche un effetto sul SNC (soprattutto sui metameri midollari che governano il carpo), il che ha rotto il circolo vizioso della facilitazione del segmento (iper-stimolazione dei neuroni del segmento, dovuta agli stimoli nocicettivi, propriocettivi, vascolo-motori…) e agito sul dolore generato dall’artrite.
Ecco quindi un altro esempio della sinergia tra medicina convenzionale e osteopatia.