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Non Tirate La Coda Al Gatto !!!

FTM in eccesso…
 
Créé le : mercoledì 21 luglio 2010 di Elena Villa, Patrick Chêne

Dernière modificaton le : giovedì 12 maggio 2011

Questo caso mi sembra molto importante e didattico per comprendere certe “fatalità” che non dovrebbero succedere. In questo sito, ben riconoscendo i grandi meriti della medicina “classica”, non smettiamo di dire che la sua “griglia” di lettura del rapporto salute/malattia è a volte povera e soprattutto non pertinente in certi casi. Ed ecco un esempio sorprendente, dove l’imperativo Primum non Nocere di Ippocrate è stato largamente disatteso.

Questo caso mi sembra molto importante e didattico per comprendere certe “fatalità” che non dovrebbero succedere. In questo sito, ben riconoscendo i grandi meriti della medicina “classica”, non smettiamo di dire che la sua “griglia” di lettura del rapporto salute/malattia è a volte povera e soprattutto non pertinente in certi casi. Ed ecco un esempio sorprendente, dove l’imperativo Primum non Nocere di Ippocrate è stato largamente disatteso.

Mine è una gatta dalla salute fragile ma abbastanza anziana ormai, che l’anno scorso è stata operata per un tumore mammario.

Un giorno in particolare, faceva freddo, nevicava e dunque la gatta non ha potuto uscire. Era quindi un po’ apatica, non riusciva a scendere le scale e soprattutto sembrava non riuscire ad urinare. La sua proprietaria inquieta la porta dal suo veterinario.

Primo errore.

La vescica nella decodifica biologica indica un conflitto con il territorio.

 Pensate dunque a tutta quella neve nel Mio Giardino!! Non metterò le mie zampe in quella cosa fredda… sono molto contrariata: conflitto, non posso esplorare il territorio a mio piacere.
 Questo fenomeno di “cistite idiopatica” è molto frequente nel gatto che ha traslocato coi proprietari.
 Hammer dà la soluzione. Hammer, così globale com’era è stato in prigione, poiché è andato troppo oltre nella sua globalità! Ma se invece di gettare il bambino con l’acqua del bagno dichiarando settaria la nuova medicina di Hammer, ne comprendessimo quello che ha di ben fondato, non passeremo così tanto tempo con il termine “idiopatico” su dei casi come questo, troppo frequenti e in cui l’equivalenza è abbastanza pertinente: vescica = territorio. Ciò potrebbe permettere di risolvere il caso senza i rischi che seguiranno.
 Il concetto sarebbe poi abbastanza conosciuto da parlarne frequentemente, cosa che avrebbe evitato una eccessiva preoccupazione alla proprietaria; probabilmente sarebbe bastato spazzare via la neve davanti alla gattaiola.
 Dunque Mina va dal veterinario per un sospetto di cistite.
 Quest’ultimo coscienzioso fa un esame classico: temperatura, auscultazione. Il gatto è un po’ recalcitrante, ma il veterinario insiste.

Secondo errore.

Come molti gatti Mine non ama molto l’introduzione del termometro. Il veterinario allora lo preme contro la coda e tiene fermamente entrambi. La coda subisce qualche tirata molto forte con una gatta che pattina sul tavolo per fuggire.

Questo gesto infelice può avere l’effetto potenziale di bloccare il filum terminale (punto di attacco del midollo spinale che si inserisce circa sulla quarta vertebra coccigea e essere eventualmente all’origine di una mielopatia post manipolazione (Miopatia post manipolazione (Myopathies après manipulations (Rés)) come ce l’ha descritta Antonio Ruiz in un recente articolo.

Non c’è febbre…

Nel momento dell’auscultazione la calma è tornata, la gatta fa le fusa… e viene picchiettata tra gli occhi per zittirla… ???

All’altro capo del filum terminale, il cervello e la dura madre si attaccano all’etmoide e alla sua Crista galli, proprio tra gli occhi: secondo blocco possibile facendo questo gesto all’altro capo del sistema.

Diagnosi… Potrebbe essere una cistite… ma non è sicuro. Si procede con il trattamento, senza aver fatto un tentativo di rilancio dei temporali tirando sulle orecchie, perché malgrado tutto il veterinario in questione è anche un po’ osteopata (sic…).

Ma su di un sistema midollare già così bloccato dai due gesti precedenti non sono sicuro che questo avrebbe avuto successo.

Mine torna a casa non poi così male. Dopo qualche ora però: la coda alla base è completamente arruffata (a cavatappi) per qualche centimetro e deviata verso destra. Una chiamata al veterinario per domandare cosa succeda riceve la risposta che non è nulla.

Manifestamente questo veterinario non è abbonato all’osteo4pattes, perché altrimenti saprebbe che quel punto è a livello dell’inserzione del filum terminale e che avendo tirato la coda ha fortemente perturbato la forza di trazione midollare e che in quel punto si sta verificando un inizio di reazione che riguarda questo eccesso di tensione: reazione orto simpatica a livello degli erettori dei peli nei pressi dell’inserzione del filum terminale e deviazione della coda nel senso della torsione fisiologica che si accentua nel tentativo di compensazione dell’aumento della FTM.

Ma qualche ora più tardi Mina inizia una midriasi bilaterale e subito una emiplegia sinistra… appuntamento da un altro veterinario che la mette sotto flebo, cortisone (per diminuire l’edema midollare), antibiotici (in caso di…) e pervincamina (per aumentare la perfusione sanguigna del tessuto nervoso). Dopo due giorni il trattamento funziona, Mina si alza, cammina con difficoltà e mangia un po’. Quindi torna a casa. Senza però che una diagnosi precisa possa essere formulata se non che una radiografia mostra una massa polmonare.

L’aumento della forza di trazione midollare provoca una sofferenza neurologica che può essere anche molto importante e che spiega i sintomi qui osservati… il trattamento farmacologico che si è dimostrato efficace in questo caso ha attaccato le conseguenze ma non ha per nulla agito sulla causa; il trauma a livello di inserzione del filum terminale.

Due giorni dopo, Mina comincia a vomitare, non riesce a stare in piedi e ha delle convulsioni, di nuovo in midriasi.

La causa primaria non era stata eliminata.

Il giorno dopo arriva nelle mie mani. L’esame mostra una gatta in convulsione permanente, con una rigidità molto forte degli anteriori, che sono estesi contro l’addome. Il collo in scoliosi, talmente la trazione su questo è forte.

L’esame osteopatico mostra:

 Un enorme densità sacro coccigea, dovuta alla trazione infelice sulla coda (aumento molto forte della FTM)
 Un’impressione di sprofondamento delle vertebre toraciche tra le scapole.
 Un forte strain posteriore destro dell’occipite (accentuazione della torsione fisiologica)
 Un blocco del palatino e dell’etmoide.

 Il trattamento osteopatico viene fatto con un lavoro sulle densità ogni 6 ore circa, per eliminare la causa primaria.
 Un trattamento farmacologico (cortisone, pervincamina e una dose di valium) per lottare contro le conseguenze nell’urgenza…

Evoluzione.

 Nelle prime 24 ore non si notano miglioramenti, se non che il valium e la diminuzione della FTM hanno calmato le convulsioni.
 Dopo 48 ore Mina riesce a stare a sfinge e riprende a mangiare.
 Dopo 72 ore riesce a stare in piedi ma non cammina. Le tensioni sulla FTM si sono infine dissipate. La sola tensione restante è attorno al polmone sinistro, dove si trova la massa tumorale.

Conclusione.

Per comprendere quello che è successo e eventualmente poterlo risolvere, malgrado la gravità neurologica, mi sembra importante tenere a mente il concetto di tensegrità correlato all’organizzazione del corpo. Significa uscire dalla visione biochimica del corpo per entrare in quella biofisica (biodinamica?). Sicuramente sono possibili più punti di vista, ma quello messo in luce dal n°14 dell’osteo4pattes mi sembra molto pertinente in questo caso.

Piccolo richiamo.

 La FTM si esercita in spirale sinistra tra l’inserzione del filum terminale e gli occhi, prolungamento naturale del cervello. Lungo un asse interno alla colonna.
 Questa forza è direttamente controbilanciata da una spirale fasciale esterna destra, il cui tragitto riprende i punti principali che Yves Guillard ha chiamato torsione fisiologica (la torsione è il movimento, mentre la spirale è la struttura).
 I visceri, delle diverse cavità servono da vaso di espansione di questa forza e devono prenderne una parte quando è in eccesso.

L’insieme di queste tre forze (e di altre senza dubbio) cerca in permanenza un equilibrio. Tutto per impedire ad una parte di sopportare un eccesso di tensione, che viene ripartita tra gli altri sistemi. Il problema si pone quando l’insieme non arriva a trovare un equilibrio accettabile per tutte le parti.

Ecco un piccolo schema che riporta le cronologia dei diversi problemi che hanno impedito di raggiungere l’equilibrio e che permettono di comprendere perché tutto è stato così grave.

 La trazione della coda ha bloccato il filum terminale, punto di partenza della FTM. La base della coda deviata a destra e a forma di cavatappi non rappresenta che la visualizzazione dell’irritazione.
 Il picchiettio tra gli occhi per far smettere le fusa ha bloccato l’alto punto di applicazione della FTM.
 E tutto ciò su una gatta in cui la FTM era già adattata al sistema polmonare colpito da metastasi.
 La spirale fasciale adattata al massimo (scoliosi del collo!).

Conclusione della conclusione.

Dopo quattro giorni Mina ha ritrovato il suo spirito, la midriasi è scomparsa, le zampe sembrano muoversi un po’ da tutte le parti quando è in piedi, ora soprattutto il posteriore destro, ma se il terreno ha un buon attrito riesce a muoversi un po’; inizia a poter vivere decentemente. È ancora troppo presto per poter dire se la lesione nervosa sia reversibile al punto da poter sperare di più… e cosa accadrà della metastasi.

Mina è tornata a casa… cammina e fa le fusa. Rimane un solo pensiero, urinava ancora male e bisognava spremere manualmente la vescica… ma questo ci fa tornare al problema di partenza. Non voleva urinare nella gabbia. Appena presa in braccio dalla proprietaria ha fatto pipì da sola sulle ginocchia di quest’ultima… finalmente il mio territorio!!!

Ma Mina non avrebbe mai dovuto prendere questa strada, solo se:

 I principi di FTM e tensegrità fossero di più larga conoscenza…
 Se non esistessero le manipolazioni intempestive…
 Se quelli chi fa l’osteopatia non facesse le cose a metà…

Ma chi non ha mai fatto un errore lanci la prima pietra… quindi io non lancerò nulla (sbaglio regolarmente), trovo semplicemente che sia un peccato di arrivare a certi punti per misconoscenza. Non posso impedirmi di ripensare a tutti questi medici che urlano “al lupo” tutte le volte che vedono un aggravamento dopo che il paziente ha visto un osteopata… non dubitano mai che noi vediamo la stessa cosa e che ciò ci rende tristi e che forse sarebbe il momento per abbandonare il confronto stupido e mettere in comune il sapere?



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